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Cancel culture: facciamo chiarezza

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La cancel culture fa riferimento a una prassi attuata intorno a persone che dicono cose scomode. È un discorso ampissimo perché alcuni ritengono non esista, altri che esista e sia giusta, altri che sia sbagliata; altri la confondo con il politicamente corretto; altri discutono intorno al concetto di “dire cose scomode”. In teoria, se qualche personaggio pubblico dice cose scomode e/o scorrette, viene escluso dalla società in diversi modi: vengono annullati contratti pubblicitari, viene chiuso il suo profilo social, viene licenziato o emarginato. Vediamo alcuni esempi e alcune argomentazioni pro e contro, poi spiego la mia. Donald McNeil Donald McNeil è stato un giornalista scientifico al New York Times per 40 anni, poi è stato licenziato per aver usato la N-word (nigger). L’episodio scatentante è avvenuto in una gita scolastica, nell'estate del 2019, un gruppo di liceali è volato da Miami in Perù. Durante una conversazione informale durante a pranzo, uno studente stava raccontando

La nuova direttrice del Washington Post

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Il precedente direttore del Washington Post, Martin (Marty) Baron si è dimesso. È diventato famoso grazie al film "Il caso Spotlight" che narra l’enorme indagine del team di giornalisti omonimo sulla pedofilia nella Chiesa. A quel tempo Baron era al Boston Globe (2001-2012) e, dopo qualche anno, è passato al Washington Post, un’anno prima dell’acquisizione da parte di Bezos.Baron è un personaggio affascinante e stimatissimo nel mondo del giornalismo. Ha deciso di andare in pensione e quindi bisognava pensare a un degno sostituto: un sostituto degno in ambito prettamente giornalistico e manageriale ma anche editoriale, visto che il WP è diventato (grazie alla combo Baron- soldi di Bezos) il secondo quotidiano al mondo.La direzione ha scelto Sally Buzbee, 55, capo del comparto news dell’Associated Press, in cui lavora da tutta la vita. Mi domando, nell’intimità del miei pensieri, se la scelta non sia “politica”. Se non fosse stata donna ci sarebbero state reazioni negative? L’o

Kathleen Folbigg è davvero la peggiore serial killer di sempre? Un appello di 90 scienziati afferma di no

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Kathleen Folbigg nel 2003 è stata condannata da una giuria australiana per aver soffocato i suoi 4 figli, Caleb a 19 giorni, Patrick a 8 mesi, Sarah a 10 mesi e Laura a 18 mesi. La condanna è per omicidio colposo e i media l’hanno definita “la peggior serial killer femminile”. Ma a 18 anni dalla condanna e a 20 dalla morte del suo ultimo figlio, è nato un movimento di scienziati che reputano la Folbigg innocente, vittima di un terribile errore giudiziario. Novanta scienziati, tra cui alcuni premi Nobel, hanno pubblicato una petizione per annullare la condanna ingiusta della signora Folbigg. Nel 2018, dopo che gli avvocati di Folbigg hanno chiesto ai genetisti di esaminare il caso, gli scienziati hanno sequenziato il suo genoma e i genomi dei suoi figli. Hanno scoperto che lei e i suoi figli avevano una rara mutazione in un gene chiamato CALM2. La mutazione può causare morte improvvisa nell'infanzia. In uno studio del 2020, un team di ricercatori ha concluso che la variante genetica

Accuse al Cardinale George Pell: ecco il quadro generale

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Il giorno 10 maggio sul Foglio è apparso un articolo intitolato “Un cardinale alla gogna” firmato George Pell. L’articolo è un estratto del nuovo libro del Cardinale George Pell sui suoi giorni di prigionia per l’accusa di abusi sessuali su minori. Per completezza d’informazione riportiamo alcuni fatti rilevanti. La prima indagine Nel giugno del 2002 un uomo di Melbourne ha accusato Pell di aver abusato sessualmente di lui nel 1962, quando l’accusatore aveva 12 anni e Pell un giovane seminarista. Il denunciante ha accettato di portare avanti le accuso attraverso il processo della chiesa, il National Committee for Professional Standards. Il giudice nominato dalla chiesa ha sottolineato la lunga fedina penale del denunciante, anche se ha avuto l’impressione che la testimonianza fosse sincera, ma ha concluso che la denuncia non potesse essere accolta, a causa della quantità di tempo passata, dell’assenza di ulteriori prove e di “alcune valide critiche della credibilità del denunciante”. L

Phil Cialdini Podcast - 5 - Parlare con un antivaccinista? Forse non si può, non così

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Phil Cialdini Podcast - 7 - A cosa serve esprimersi e cosa c'entra col protagonismo

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Phil Cialdini Podcast - 6 - Come diventare milionari copiando i ricchi

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Phil Cialdini Podcast - 8 - Dostoevsky e la descrizione della scorciatoia

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Phil Cialdini Podcast - 9 - Jean-Claude Romand e le 4 dimensioni della realtà

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Phil Cialdini Podcast - 11 - Come ho scoperto il Jazz

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Cosa non è Fedez: spunti riguardo il concerto del primo maggio, la Rai e il DDL Zan

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  L’1 maggio ha visto scatenarsi un dibattito acceso e scomposto a causa di una fortuita combinazione di eventi e situazioni. C’entrano Fedez, la Rai e il DDL Zan. Vediamo bene cos’è successo e capiamo, nel dettaglio, tutte le sfaccettature. Sabato primo maggio c’era il concertone per la festa dei lavoratori. Arrivato il suo momento, Fedez prima ha ricordato gli operatori del settore dello spettacolo duramente colpiti dai lockdown e poi ha letto alcune dichiarazioni passate di esponenti della lega contro i gay, così da supportare il DDL Zan, il decreto di legge contro omofobia, transfobia e abilismo in discussione proprio in questi giorni. Fedez dal palco ha parlato di censura e di un duro scontro coi vertici di Rai 3 che, afferma, non volevano fosse letto in tv. La Rai in prima battuta ha negato ci fossero atti di censura, Fedez subito dopo ha diffuso un video di una telefonata con i dirigenti di Rai 3 in cui discutevano in modo acceso circa il contenuto dell’intervento dello stesso.

Dite sì all’eroina: argomentazioni a favore della totale legalizzazione delle droghe

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 Il 29 aprile è uscito sul New Yorker un articolo di Benjamin Wallace-Wells intitolato "Is There a Case for Legalizing Heroin?", cioè "c'è un motivo per legalizzare l'eroina?".  L'articolo parla delle tesi del dottor Carl Hart espresse nei libri "High price" e "Drug Use for Grown-Ups", secondo le quali lo stigma sul tema della droga sia senza vere basi razionali. Il dottor Carl Hart in "High price" racconta la sua vita, a partire dall'infanzia di un quartiere difficile a Miami fino a diventare uno dei primi scienziati neri a essere assunto alla Columbia University; il filo che unisce il suo percorso è l'ossessione per lo studio sulle droghe: come agiscono, come creano dipendenza, come funziona la disintossicazione, come funziona lo stigma verso le droghe e i drogati. Il dottor Carl Hart fa uso regolare di eroina da più di quattro anni e ritiene che le droghe, se sotto controllo, non inficino il regolare contributo al